Marcella Pirrone*
Wave (Women against violence Europe), l’associazione europea nata nel 1994 che attualmente raccoglie oltre 100 rappresentanti di Centri antiviolenza e Case delle donne di più di 47 Paesi europei, tra cui D.i.Re per l’Italia, ha svolto la sua conferenza annuale a Berlino dal 19 al 21 ottobre 2016. Erano presenti oltre 350 donne di tanti dei paesi associati a WAVE. Per DiRe hanno partecipato: Marcella Pirrone (Bolzano), Elena Biagioni (Trento), Alice degli Innocenti (Carpi), Teresa Bruno (Firenze), Silvia Menecali (Terni), e alcuni altre donne di diversi Centri antiviolenza del territorio.
È stata come sempre un evento denso, ricco di contenuti e soprattutto di relazioni tra donne attive contro la violenza che con il loro impegno e la loro competenza danno preziosi spunti da riportarsi a casa.
Nella prima giornata, svoltasi nello storico muncipio “rosso” della città, hanno parlato varie rappresentanti di agenzie internazionali quali il Parlamento Europeo, la FRA (European Fundamental Rights Agency), l’EIGE (European Institue for Gender Equality), il COE (Council of Europe ), e l’UNHCR (United Nations High Commission for Refugees) e di università della Germania e della Gran Bretagna che hanno toccato temi diversi: l’attenzione ai diritti umani nella violenza contro le donne; il problema delle risorse pubbliche di finanziamento che ovunque rischiano di essere ridotte; l’importanza dell’approccio di genere e del femminismo nel diritto e nelle politiche di contrasto alla violenza contro le donne.
Rispetto alla Convenzione di Istanbul si è ricordato che a 5 anni dall’adozione della stessa 20 paesi su 47 hanno proceduto alla firma, 22 l’hanno già ratificata; si è ribadita l’importanza della commissione GREVIO con il motto: GREVIO NEED TO HEAR YOUR VOICE, ovvero la sollecitazione a tutte le associazioni non governative esperte di violenza di preparare buoni shadow reports indipendenti (come p.e. ha già fatto l’Austria).
Un altro tema cruciale che ha caratterizzato l’intera Conferenza è stato il tema delle donne migranti che stanno arrivando con i flussi di rifugiati e che vivono ripetute situazioni di grave violenza (spesso dal paese di origine a quelli di arrivo). In generale è stato dato tanto spazio alla questione delle “donne straniere senza documenti legali di immigrazione e rifugiate /richiedenti asilo etc.”, sottolineando la difficoltà in tutti i paesi di intervenire come Centri, con una nota autocritica rispetto al rischio che i Centri si “ scelgano” le donne straniere “buone” (“good”=a posto con norme) piuttosto che le “negative” (“bad”, ovvero quelle che non essendo in regola richiedono molto più impegno e anche confronto POLITICO con finanziatori/politici). L’importanza dell’asilo politico basato su motivi di genere “gender based asylum claims” è uno strumento di tutela da rafforzare ovunque. La prof. Prasad, una donna africana (Jennifer Kamau) e una donna iraniana (Behsid Najafi) che lavorano in Germania in centri per donne immigrate hanno ricordato i pericoli di un approccio che ha ancora meccanismi e approcci di stampo “colonialista”.
Tra i contenuti trattati nei 28 seminari c’erano p.e. il femmincidio, gli standard di qualità dei servizi, il lavoro con le migranti, la violenza assistita, la violenza sessuale, la prostituzione, la costruzione di alleanze politiche (p.e. anche con gruppi maschili pro-femminsiti), il pericolo dei social media e di altra tecnologia per le donne (che possono però anche usare questi strumenti per la loro sicurezza), le emozioni delle operatrici e alcuni temi giuridici (strumenti internazionali per obbligare gli Stati ad adempiere alle Convenzioni, ricorsi Corte Europea).
Infine come momento ludico giovedì c’è stata una divertente dance party dove anche noi italiane ci siamo scatenate!
La prossima Conferenza annuale di Wave 2017 si svolgerà a Bruxelles. Partecipate numerose, vale la pena.