Violenza maschile contro le donne e Strategic Litigation

La Strategic Litigation è una forma di tutela dei diritti umani che utilizza il contenzioso giudiziario oltre il singolo caso, con l’obiettivo di introdurre un cambiamento sociale, culturale e giuridico. La Strategic Litigation mira ad istruire casi che arrivino alle giurisdizioni superiori e/o a quelle sovranazionali.

Ne beneficia direttamente la vittima del caso specifico, ma anche la società e le istituzioni. Con la Strategic Litigation l’obiettivo è sempre olistico, per modificare l’esistente e per arrivare ad attività di formazione e collaborazione tra i vari stakeholder.

La Strategic Litigation usa lo strumento legale per incidere su situazioni che hanno poca attenzione o visibilità, oppure che sono radicate da tempo e punta ad evidenziare le criticità legislative o giurisprudenziali per modificarle.

È una strategia molto comune nei paesi anglosassoni e in Europa è utilizzata per portare casi alla Corte Europea dei Diritti Umani e per diffondere la conoscenza delle decisioni della corte nel diritto interno. 

In Italia ci sono stati casi di Strategic Litigation, per esempio per quanto riguarda il sovraffollamento delle carceri, la laicità dello Stato e il tema immigrazione. 

Manca una Strategic Litigation specifica che riguardi il tema della violenza maschile contro le donne e le questioni di discriminazione contro le donne con un approccio che ponga al centro i diritti delle donne che vivono situazioni di violenza. 

Per iniziare a ragionare su questo tema così importante, lo scorso 21 dicembre, abbiamo voluto approfondire il tema della Strategic Litigation con le operatrici dei Centri antiviolenza della Rete. Abbiamo introdotto il cosiddetto contenzioso strategico (Strategic Litigation, appunto) anche con la partecipazione del professor Paolo Spagnolo dell’Università di Torino – responsabile del corso Strategic Litigation: International Human Rights Legal Clinic.

Il primo obiettivo che ci siamo poste è stato quello di porre le basi per strutturare una “palestra” per la strategic litigation per i casi di violenza maschile contro le donne e per la discriminazione di genere a partire dalla nostra associazione, nella speranza di riuscire un domani a strutturare i casi che potrebbero arrivare alla Corte Europea dei Diritti Umani o alla CEDAW Committee.

Secondo Elena Biaggioni, referente del gruppo Avvocate D.i.Re, “potrebbe essere per esempio, un’opportunità per aprire nuove strade al riconoscimento dell’articolo 31 della Convenzione di Istanbul che disciplina la custodia dei figli, il diritto di visita e la sicurezza nei casi di separazione dove è agita violenza maschile contro le donne e violenza assistita dai minori”.

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