L’associazione nazionale D.i.Re – donne in rete contro la violenza – esprime solidarietà alle donne del Centro Antiviolenza L’Una per l’Altra (socia D.i.Re) di Viareggio, per l’episodio avvenuto mercoledì 3 ottobre presso la loro sede.
Un uomo si è presentato all’ingresso del Centro, dichiarando di subire violenza da una donna e pretendendo un colloquio di sostegno perché, ha dichiarato, sapeva che nel Centro ci sono figure professionali esperte.
Dopo che l’operatrice ha spiegato che si trattava di un Centro di accoglienza dedicato alla violenza sulle donne, l’uomo ha mutato atteggiamento e richieste affermando di volere un rapporto sessuale perché “nella Casa c’erano molte donne” . L’operatrice è riuscita a chiudere la porta mentre le altre telefonavano alle forze dell’ordine che sono intervenute prontamente.
Molte sono state le manifestazioni di solidarietà da parte della città e anche da parte delle donne sostenute dal Centro antiviolenza.
Questo episodio deve far riflettere sulla delicatezza del lavoro svolto dalle operatrici volontarie dei Centri antiviolenza, sostenuto da molti, ma da qualcuno finanche dileggiato, denigrato o diffamato come è accaduto anche di recente sul web.
Le operatrici dei Centri sono donne che seguono una lunga formazione per acquisire le competenze e tutti gli strumenti necessari per lavorare sul problema della violenza maschile, in cui sono messe in gioco tutte le loro risorse emotive e cognitive. Ma è anche un impegno che le espone a dei rischi per delle possibili azioni da parte di alcuni uomini: i partner delle donne da esse aiutate, o altri, con problemi di violenza nelle relazioni con il femminile.
Non è la prima volta che ai Centri vengono rivolti insulti, minacce o stigmatizzazioni a causa dell’impegno civile di denuncia di una cultura che genera violenza sulle donne e non si sa ancora se quanto avvenuto a Viareggio sia una provocazione: ma in Italia, purtroppo, oggi lo svelamento della violenza maschile come strumento di controllo e di potere sulle donne, si muove ancora su un terreno difficile.
Chiediamo che venga mantenuta alta l’attenzione delle istituzioni tutte e degli organismi preposti al mantenimento della pubblica sicurezza su tutti i centri antiviolenza d’Italia, affinché si evitino episodi che possano mettere a rischio l’incolumità delle operatrici dei centri antiviolenza che svolgono attività volte a sottrarre le donne da situazioni di maltrattamento.