Sara Di Pietrantonio, una ragazza di 23 anni, è stata strangolata e bruciata a Roma, in piena città. L’ex fidanzato ha confessato. Lei lo aveva lasciato, lui la perseguitava e ha potuto ammazzarla come e quando ha voluto. Questa morte atroce dimostra che la strage delle donne per mano degli uomini non si fermerà con le petizioni di principio, con una riga di dichiarazione sui giornali né, purtroppo, con la nostra immensa disperazione. Ci sono azioni efficaci e già prescritte dalla legge che vanno intraprese subito. Chi ha il potere e il dovere di farlo e finora non ha agito, oggi deve rendere conto di questa ennesima morte.
In questo paese un terzo delle donne subisce violenza, ancora poche denunciano, quelle che lo fanno passano attraverso le forche caudine. Spesso le forze dell’ordine non sono adeguate e non agiscono, lasciando mano libera e ai violenti, ai persecutori e agli assassini. Quasi tutte le donne uccise avevano chiesto aiuto, quasi tutte si erano già rivolte alla polizia, eppure sono morte lo stesso. Nei Tribunali vige ancora una mentalità che colpevolizza le donne e si rende complice degli uomini che abusano di loro. I Centri Antiviolenza che sanno come agire, come difendere le donne sono finanziati raramente e a singhiozzo e pochi hanno il denaro sufficiente per gestire case rifugio. Nelle scuole non si fa alcuna prevenzione, non si educano le ragazze a riconoscere il pericolo, a difendersi, a sottrarsi. Non si educano i ragazzi al rispetto e al limite.
La violenza maschile sulle donne è un problema politico che affonda le sue radici nella disparità fra i sessi e nella discriminazione, queste radici vanno estirpate: le leggi ci sono, abbiamo combattuto duramente per ottenerle, che vengano almeno rispettate e fatte rispettare. La violenza maschile sulle donne e sui figli è una tragedia con costi altissimi. Ci aspettiamo che la Ministra Maria Elena Boschi che ha appena ricevuto le deleghe alle Pari Opportunità intervenga e applichi finalmente la Convenzione di Istanbul in ogni sua parte. Ci aspettiamo che la Ministra Stefania Giannini faccia il suo dovere e organizzi corsi nelle scuole di ogni ordine e grado. Ci sono già in Italia i dati, le competenze e le eccellenze per organizzarlo e mandare avanti un lavoro che può salvare molte vite di donne, cominciare è questione di volontà politica. Che cosa state aspettando?