Risposta ferma da parte degli Stati aderenti.
L’Unione Europea acceleri l’adesione alla Convenzione
“Il ‘ritiro’ della Turchia dalla Convenzione di Istanbul conferma la preoccupazione sentita da tempo da tutte le donne impegnate contro la violenza alle donne”, afferma Marcella Pirrone, avvocata di D.i.Re e presidente di WAVE, Women Against Violence Europe. “Il mondo delle ONG, in particolare quello dei servizi specializzati per la violenza contro le donne gestiti da donne, quali la rete nazionale dei centri antiviolenza D.i.Re e quella europea WAVE, avevano lanciato assieme al Consiglio d’Europa e alla Commissione Europea un forte allarme rispetto ai movimenti politici di alcuni paesi – Turchia, paesi del gruppo Visegrad4, Bulgaria – che avevano assunto posizioni di forte contrasto e opposizione ai principi sanciti dalla Convenzione”.
“Per un Europa che si professa garante dei diritti umani per tutte le persone, che riconosce la necessità di tutela dei diritti umani delle donne e loro figli/ie vittime di violenza è inaccettabile che alcuni Stati possano ‘ritrattare’ questi diritti e impegni contro il problema della violenza contro le donne e di genere che peraltro ha visto incrementata la sua gravità a causa della crisi del Covid19”, aggiunge Pirrone.
“Questo ritiro rappresenta un precedente pericoloso anche a causa del diffondersi sempre più dilagante di forze reazionarie che considerano i diritti delle donne un pericolo per la struttura patriarcale e fondata sul potere maschile della società. Vediamo queste forze in azione anche in Italia”, dichiara Antonella Veltri, presidente di D.i.Re, “in particolare in alcune regioni, come l’Umbria, le Marche, il Piemonte, con un forte attacco ai diritti e alla libertà di scelta delle donne”.
“In questo momento più che mai è richiesta serietà di impegno politico e contrasto reale alla violenza contro le donne e una linea concorde ferma che isoli e condanni i paesi che minimizzano ciò che giustamente è stata definita la pandemia – della violenza contro le donne – nella pandemia”, conclude la presidente di WAVE.
“Nell’anniversario decennale della Convenzione di Istanbul la decisione della Turchia segna un precedente gravissimo che richiede un’attenzione e reazione maggiore da parte di tutti gli Stati che, come l’Italia, hanno ratificato la Convenzione e rende ancora più urgente la finalizzazione del processo di accessione dell’Unione Europea alla Convenzione”.