Hanno partecipato alla rilevazione 81 su 82 associazioni aderenti a D.i.Re nel 2020 per un totale di 106 su 109 Centri antiviolenza.
L’indagine è stata curata da Sigrid Pisanu e Paola Sdao.
I centri antiviolenza
Oltre la metà dei centri (60% dei casi) possono contare su almeno una struttura di ospitalità (case rifugio, case di semi-autonomia).
Quasi tutti i centri (circa il 90%), oltre a fare accoglienza e offrire la possibilità di consulenza legale garantite nel 100% dei casi, offrono consulenza psicologica e percorsi di orientamento al lavoro. In ogni caso, bene oltre la metà di essi sostengono le donne con consulenze genitoriali (67%) e con gruppi di auto-aiuto (56%). Inoltre il 55% dei centri offrono consulenza alle donne immigrate.
La quasi totalità dei centri (96%) aderisce a una rete territoriale prevalentemente a livello provinciale (38% dei casi).
La maggior parte dei centri della rete (72%) ha la possibilità di beneficiare di finanziamenti pubblici di fonte regionale, oltre la metà di essi (60%) di finanziamenti erogati dai Comuni e il 36% circa può contare su finanziamenti provenienti dal DPO. Gli importi variano da circa 47.000 euro per i finanziamenti provenienti dai comuni e dalle regioni, a 17.000 euro circa per quelli provenienti dal DPO.
I finanziamenti privati costituiscono una fonte per quasi il 75% del totale dei centri e variano da quasi 14.300 euro a 1.500 euro circa all’anno.
Le donne supportate dai centri antiviolenza D.i.Re
Nell’anno di riferimento sono state accolte complessivamente 20.015 donne con un lieve decremento, rispetto al 2019, quando erano state complessivamente 20.432, di 417 contatti, pari al 2%. Di queste 13.390 sono state donne accolte per la prima volta, mentre nel 2019 le donne accolte per la prima volta erano state 14.431.
Questi scostamenti, mai verificatisi prima, vanno letti nel contesto della pandemia Covid19 e conseguente lockdown che ha caratterizzato l’anno di riferimento della rilevazione.
Le caratteristiche delle donne sono consolidate negli anni: nella stragrande maggioranza dei casi sono donne italiane (solo il 26% straniere), oltre la metà (54,7%) ha un’età compresa tra i 30 e i 49 anni, una donna su tre è a reddito zero (32,9%) e meno del 40% può contare su un reddito sicuro.
Da segnalare che soltanto il 27% delle donne accolte decide di avviare un percorso giudiziario.
Gli autori della violenza
L’autore della violenza esercitata sulle donne che si rivolgono ai centri D.i.Re è prevalentemente italiano: soltanto il 23,6% ha provenienza straniera. Questo dato è consolidato negli anni (con scostamenti non significativi) e mette in discussione lo stereotipo diffuso che vede il fenomeno della violenza maschile contro le donne ridotto a retaggio di universi culturali situati nell’“altrove” dei paesi extraeuropei.
La sua età è compresa prevalentemente (oltre il 44,4%) nella fascia tra 30 e 59 anni e nel 47,6% dei casi ha un lavoro stabile
Le forme della violenza
Le forme di violenza esercitata sulle donne che si rivolgono ai centri sono di varia natura. La più frequente è quella psicologica, violenza subìta dalla grande maggioranza delle donne (77,3%), seguita da quella fisica (60% circa dei casi). La violenza economica viene esercitata su un numero di donne abbastanza elevato (33,4%) mentre la violenza sessuale e lo stalking riguardano percentuali più basse (15,3% e 14,9%, rispettivamente).
Le statistiche relative all’indicatore sulla relazione del maltrattante con la donna non lasciano dubbi: il maltrattante è quasi sempre il partner (60,2% dei casi) oppure l’ex partner (22,1%). Questo significa che nel 72,3% dei casi la violenza viene esercitata da un uomo in relazione con la donna. Se si aggiunge la percentuale dei casi in cui l’autore è un familiare si arriva alla quasi totalità (82,3%). Molto raramente è un conoscente o un collega o un amico e quasi mai un estraneo.
Si tratta, quindi, di violenze agite prevalentemente da persone in forte relazione con la donna, quindi dirette ad esercitare e a mantenere una relazione improntata al controllo e alla sopraffazione sulla partner.
Dalla comparazione con i dati degli anni precedenti, si osservano percentuali pressoché uguali.
Il Report completo Rilevazioni dati D.i.Re 2020 può essere scaricato qui