“Accogliamo con grande soddisfazione il Rapporto del GREVIO, il gruppo di esperte sulla violenza contro le donne, dedicato all’Italia e pubblicato oggi dal Consiglio d’Europa, che rilancia e approfondisce molte delle criticità messe in evidenza da D.i.Re negli ultimi mesi».
È quanto afferma Antonella Veltri, presidente di D.i.Re – Donne in rete contro la violenza, la più grande associazione nazionale di centri antiviolenza, che nel 2019 ha presentato insieme ad altre 25 associazioni il Rapporto ombra della società civile per il GREVIO e partecipato alla visita di monitoraggio delle esperte del Consiglio d’Europa da cui è scaturito il Rapporto diffuso oggi.
«Il Rapporto del GREVIO sull’Italia conferma la distanza tra la teoria dell’impianto legislativo e la pratica: si devono garantire i mezzi, la formazione e sensibilizzazione di tutti i professionisti coinvolti per attuare le leggi”, afferma Marcella Pirrone, avvocata D.i.Re e tra le curatrici del Rapporto ombra. “Leggi giudicate buone, come la 119/2013, di fatto non ottengono i risultati previsti, tanto è vero che, secondo le esperte del GREVIO, il Piano nazionale antiviolenza non riesce a produrre una risposta integrata e sistemica alla violenza e il finanziamento dei centri antiviolenza continua a essere problematico».
«Il Rapporto del GREVIO chiede un esame urgente rispetto a quanto succede nella pratica giudiziaria e dei servizi in generale”, sottolinea l’avvocata Elena Biaggioni, che con Pirrone ha coordinato i lavori per il rapporto ombra pubblicato da D.i.Re. “L’accusa di alienazione parentale rivolta dalle CTU (consulenze tecniche d’ufficio) alle donne vittime di violenza nelle cause per l’affido dei figli preoccupa particolarmente le esperte».
«Anche il Decreto Sicurezza, legge bandiera del precedente governo, è criticato dal GREVIO, perché donne vittime di violenza rischiano di essere respinte senza poter chiedere la protezione internazionale cui hanno diritto», afferma Titti Carrano, avvocata D.i.Re, “e manca un approccio volto a far emergere e affrontare le discriminazioni multiple subite dalle donne nell’ottica del rispetto dei diritti umani”.
“Le esperte del GREVIO ribadiscono l’importanza del forte coinvolgimento delle organizzazioni di donne che gestiscono centri antiviolenza nella definizione delle politiche”, nota la presidente Veltri, “con previsione di risorse finanziarie e umane adeguate e a lungo termine/pluriennali e il riconoscimento espresso della metodologia dei centri antiviolenza”.
“Solo così i diritti delle donne e la parità di genere possono tornare a essere il fulcro delle politiche”, conclude Veltri, “per rispondere alla forte preoccupazione espressa dal GREVIO rispetto al prevalere di politiche familiari e di maternità tradizionale”.