Quattro anni senza processo: ecco la giustizia per le donne che denunciano le violenze

Dopo che il caso di Angelica Schiatti ha portato all’onore delle cronache il tempo che una donna deve aspettare perché la sua denuncia venga almeno presa in considerazione, forse si presterà maggiore attenzione a quello che i centri antiviolenza segnalano quando si parla di violenza e giustizia: una donna in situazione di violenza non può aspettare anni per arrivare a processo.

Anche nella redazione periodica dei report per CEDAW – Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (Convention on the Elimination of all forms of Discrimination Against Women) e per il gruppo di esperte sulla violenza  GREVIO Group of Experts on action against Violence against Women and Domestic Violence, D.i.Re si è espressa più volte segnalando le criticità legate a un sistema giudiziario lento e intrinsecamente pericoloso per le donne, che infatti decidono di non denunciare.

Ancora una volta, D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza cerca di evidenziare quanto più volte denunciato: senza un cambiamento radicale della cultura e una formazione adeguata di chi entra in contatto con le situazioni di violenza e stalking, il Codice Rosso, che tante novità avrebbe dovuto portare, resta lettera morta e la violenza continuerà a non essere affrontata e concretamente contrastata.

Siamo anzitutto vicine a Angelica Schiatti, per questa sua odissea. Quattro anni per aprire il dibattimento non sono certo quello che prevede il codice rosso. La prevista corsia preferenziale non c’è, così come non c’è accelerazione della risposta giudiziaria. Anzi, dover aspettare quattro anni per iniziare il processo significa negare accesso alla giustizia a una donna che ha subito violenza” dichiara Elena Biaggioni, vicepresidente D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza. “Molto grave anche il rinvio per trovare un accordo con l’uomo che ha denunciato: è un modo per privatizzare la violenza” continua Biaggioni. “Lo abbiamo detto alla CEDAW e al GREVIO, lo ripetiamo ovunque: la richiesta di giustizia delle donne deve essere ascoltata. È inutile invitare le donne a denunciare se la risposta non arriva nemmeno dopo quattro anni; è anche grave spingerle a cercare un accordo con chi ha denunciato. Queste sono le situazioni che le donne che denunciano stalking o violenza si trovano ad affrontare nel loro rapporto con la giustizia” conclude la vicepresidente.

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