“L’Ordine del giorno presentato in Consiglio comunale a Perugia è pericoloso, denigratorio nei confronti delle donne che subiscono violenza, e arrogante nei confronti di chi da decenni accompagna le donne in percorsi di fuoriuscita dalla violenza. Una proposta vergognosa, che nega la violenza nelle relazioni di intimità per ricondurla al conflitto di coppia, cosa che avviene costantemente nei tribunali civili e per i minorenni e che porta alla vittimizzazione secondaria delle donne, e dei loro figli e figlie, quando cercano di separarsi dai maltrattanti”.
Antonella Veltri, presidente di D.i.Re annuncia il supporto della rete nazionale dei centri antiviolenza D.i.Re alla lettera aperta ‘La violenza non va in vacanza e non è un gadget che diverse associazioni di donne e centri antiviolenza umbri hanno indirizzato oggi al Sindaco di Perugia Andrea Romizi e al Consiglio comunale, per chiedere il ritiro dell’Ordine del giorno intitolato ‘Finché violenza non ci separi’.
L’Ordine del giorno approvato il 5 ottobre dalla IV Commissione consiliare – Cultura, impegna l’amministrazione comunale a organizzare corsi di formazione nelle scuole per “imporre una seria riflessione sulla motivazione che inizialmente affascina anche alcune delle potenziali future vittime” – facendo dunque propria la tesi che la violenza che donne e ragazze subiscono sia colpa loro e affidando questa formazione esclusivamente alle forze dell’ordine – e propone poi corsi prematrimoniali e vacanze in appartamenti di altri comuni per “staccare la spina” quando si è già “nel tunnel della paura”, resi più appetibili da “gadget forniti dagli sponsor del progetto”.
“La violenza maschile contro le donne è radicata nella cultura patriarcale che permea il nostro paese, e di cui evidentemente questo Ordine del giorno è un riflesso”, conclude la presidente Veltri. “Un serio lavoro di prevenzione della violenza deve affrontare i rapporti di potere sbilanciati tra i sessi, i ruoli di genere stereotipati e i pregiudizi sessisti che sono alla base del controllo maschile sulle donne e della violenza. E deve fare affidamento sui centri antiviolenza che nel territorio da oltre 30 anni accompagnano le donne in percorsi di fuoriuscita dalla violenza”.