PAS: Reale o strumentale??

La vicenda del piccolo Lorenzo, il bambino di Padova prelevato da scuola con violenza da alcuni agenti di polizia per essere messo in un istituto, ha posto di nuovo all’attenzione dell’opinione pubblica la questione legata alla Pas (Sindrome di alienazione parentale) utilizzata nei tribunali italiani nelle cause di affidamento, senza che sia stata dimostrata scientificamente.

L’associazione nazionale D.i.Re ha espresso preoccupazione in più di un occasione contro le diagnosi di Pas che esporrebbero le donne ed i minori a rischi di ulteriori maltrattamenti e a vittimizzazione secondaria nelle situazioni di maltrattamento. La Pas può essere infatti utilizzata in maniera strumentale dagli autori delle violenze che fanno leva sulla minaccia di sottrarre i figli per tenere le donne sotto il loro controllo.

A sorpresa lunedì scorso proprio Rubens De Nicola, lo psichiatra intervenuto come consulente nella causa di affidamento del piccolo Lorenzo e intervenuto il giorno dell’allontanamento per aiutare il padre a prendere il bambino, interpellato durante una trasmissione televisiva ha affermato che la Pas non esiste!

E’ ora di fare finalmente chiarezza su una supposta patologia:

  • mai dimostrata scientificamente
  • mai inserita nel Dsm ( il manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali)
  • mai inserita nella classificazione internazionale delle malattie dall’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) ma che continua, paradossalmente, ad essere diagnosticata nei bambini contesi nelle separazioni ad alta conflittualità.

E’ altresì inquietante che a causa della Pas, non si valuti se nelle relazioni con alta conflittualità ci siano situazioni di violenza domestica e violenza subita o assistita dai bambini. Ieri Roberto Sconciaforni consigliere Regionale dell’Emilia Romagna per Gruppo Assembleare Federazione della Sinistra,ha rivolto una interrogazione al presidente, per appurare in quante cause di affidamento sia stata utilizzata la Pas e ha chiesto con quali azioni la Giunta intende intervenire.

Auspichiamo che iniziative analoghe siano prese nel resto d’Italia e che le istituzioni assumano tutte le iniziative necessarie affinché una patologia non riconosciuta dalla comunità scientifica venga utilizzata nei tribunali per l’affidamento dei minori.

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