Nuovo prelievo forzato di un minore. Continua la vittimizzazione secondaria da parte di magistratura e forze dell’ordine

“Apprendiamo che ancora una volta un bambino sarebbe stato allontanato con la forza dalla madre in esecuzione dell’ennesimo provvedimento di un tribunale che non riconosce la violenza subita dalla donna”, afferma Antonella Veltri, presidente di D.i.Re. “Un sistema giudiziario che non ascolta le richieste del bambino, nonostante il principio del superiore interesse del minore che dovrebbe guidare le decisioni della magistratura, e mette in campo uno spiegamento di forze brutali e degno del peggiore dei latitanti”.

Antonella Veltri, presidente di D.i.Re, commenta così il prelievo forzoso avvenuto ieri in provincia di Viterbo del figlio di Chiara (nome di fantasia per proteggere la privacy), bambino di soli 7 anni con gravi problemi di salute.

E questo nonostante la madre avesse sporto ben 6 denunce per violenza e maltrattamenti tra il 2014 e il 2018, tutte archiviate, “a conferma di quanto la violenza sia sottovalutata dalla magistratura. Contro l’alto numero di archiviazioni ha espresso preoccupazione anche il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, che nell’ambito della procedura di sorveglianza rafforzata dell’Italia scaturita dalla sentenza sul caso Talpis ha chiesto al governo di fornire dati in merito. Ancora non pervenuti”, denuncia Veltri.

“Ancora una volta si conferma quanto l’indagine condotta da D.i.Re tra le sue avvocate aveva già messo in luce, ovvero che i tribunali civili e per i minorenni si schierano di fatto dalla parte dei padri attraverso una lettura distorta del principio della bigenitorialità, diventando lo strumento con cui gli uomini agiscono l’ultimo e più estremo atto di violenza contro le loro partner, ovvero l’allontanamento dei figli dalle madri”, aggiunge Veltri.

“Urge, come già messo in evidenza dal rapporto della Commissione femminicidio e come ripetuto da anni da D.i.Re, una formazione di tutte le componenti della magistratura e delle forze dell’ordine sulla violenza contro le donne e i suoi meccanismi, per evitare l’ennesima vittimizzazione secondaria come in questo caso”, afferma Veltri.

Cosa deve ancora succedere perché le ministre Cartabia e Lamorgese intervengano?”, si chiede in conclusione la presidente di D.i.Re. “D.i.Re aderisce al sit in promosso oggi a Roma da Progetto Medusa, il Comitato madri unite contro la violenza istituzionale e Maison Antigone: non smetteremo di lottare contro questa vera e propria aberrazione giudiziaria”.

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