“La nomina di Marcella Pirrone, socia dell’associazione Gea di Bolzano e avvocata della rete D.i.Re, a presidente di WAVE, Women Against Violence Europe, la Rete europea dei centri antiviolenza, conferma il riconoscimento al lavoro politico portato avanti dalla rete D.i.Re per affermare il valore essenziale dei centri antiviolenza e delle case delle donne gestiti da donne per la lotta alla violenza”, afferma Antonella Veltri, presidente di D.i.Re – Donne in rete contro la violenza.
WAVE, nata come rete informale nel 1994, raccoglie attualmente 140 organizzazioni di donne che gestiscono centri antiviolenza, case rifugio e progetti per la prevenzione della violenza di genere in 46 paesi europei.
“La rete italiana dei centri, diventata D.i.Re nel 2008, è stata più di 20 anni fa tra le prime socie di WAVE perché i problemi delle donne che subiscono violenza e dei centri antiviolenza sono gli stessi in tutti i paesi europei”, prosegue Veltri, “e dunque l’elaborazione di strategie comuni internazionali e il dialogo con le istituzioni a livello europeo e nazionale può e deve nutrirsi della condivisione delle esperienze maturate dai centri antiviolenza in tutti i paesi”.
Il mandato conferito a Marcella Pirrone, che è stata per due mandati vice presidente di WAVE, scadrà a ottobre prossimo, quando l’assemblea di WAVE indirà nuove elezioni. “In questo periodo”, afferma Pirrone, “la mia priorità sarà l’implementazione della Convenzione di Istanbul sulla violenza di genere e la violenza domestica in tutti i paesi europei e il rafforzamento dei centri antiviolenza, sempre più sotto attacco da parte di politiche di destra e sempre più depauperati dei finanziamenti pubblici”.
“Marcella Pirrone ha seguito per D.i.Re anche il monitoraggio dell’applicazione della Convenzione di Istanbul in Italia a cura del GREVIO, Gruppo di esperte sulla violenza contro le donne del Consiglio d’Europa”, conclude Veltri, “e dunque in questo suo nuovo ruolo potrà dare un impulso essenziale al rafforzamento dell’applicazione della Convenzione di Istanbul in tutti i paesi europei e al contrasto al rinnovato attacco ai diritti umani delle donne”.