Giovedì 18 ottobre, in tribunale a l’Aquila, si svolgerà la prima udienza del processo a Giorgio Tuccia, il militare che il 12 febbraio scorso, stuprò e ridusse in fin di vita una studentessa, abbandonandola in gravissime condizioni sulla neve, vicino ad una discoteca.
Il Centro antiviolenza per le Donne – Associazione biblioteca delle donne Melusine che aderisce all’associazione nazionale D.i.Re, ha intenzione di costituirsi parte civile nel processo, ed ha organizzato un presidio davanti al palazzo del Tribunale per testimoniare il proprio sostegno alla studentessa vittima di una efferata violenza.
La donna che ha riportato lesioni gravissime e permanenti, in seguito a quella feroce aggressione, sarebbe morta in breve tempo dissanguata, se non fosse stato per l’intervento dei dipendenti della discoteca che l’hanno soccorsa.
È significativo che il militare accusato dell’aggressione, partecipasse a Strade sicure, un progetto nato in seno ad iniziative politiche che intendono risolvere anche il problema della violenza sulle donne con controlli del territorio come se fosse una questione di criminalità.
La questio è antica: chi ci protegge dai protettori? Dai militari, dai padri, dai mariti, dagli ex? Perché la violenza sulle donne non ha a che fare con le strade, né si risolve con la pretesa di sicurezza e con i controlli delle forze dell’ordine, ma si affronta con un cambiamento culturale e il rifiuto di quel modello di relazione tra uomini e donne che vedono queste ultime come corpi privi di soggettività di cui poter disporre.
Le donne di D.i.Re e del centro antiviolenza aquilano, si appellano a tutte le donne e agli uomini che intendono opporsi a questa cultura che genera e giustifica la violenza maschile sulle donne, affinché partecipino al presidio davanti al tribunale.