Anna Pramstrahler* e Francesca Pidone**
“Connettersi ed agire per mettere fine alla violenza contro le donne”, è stato il tema della Terza Conferenza Mondiale dei Centri antiviolenza (World Conference of Women’s Shelter) tenutasi dal 3 al 6 novembre a L’Aia in Olanda e organizzato dalla Rete mondiale dei Centri antiviolenza, che ha visto la partecipazione di delegate provenienti da 115 Paesi.
13 donne italiane, da Roma, Pisa, Nuoro, Bologna, Perugia e Terni hanno partecipato a questo importante convegno insieme a altre 1000 donne di Associazioni autonome di donne, insieme a qualche uomo soprattutto delegato dai governi di paesi africani e del medio oriente.
Cinque plenarie e 160 workshops in sessioni parallele per confrontarsi e scambiarsi buone pratiche, per valorizzare le esperienze e fare mettere in rete realtà diverse di tutto il mondo.
I temi affrontati sono stati: l’indipendenza economica delle sopravvissute alla violenza, la cooperazione internazionale e lo scambio di buone prassi, i finanziamenti e in gruppi di pressione, il rafforzamento delle reti locali e di quella globale, gli approcci innovativi per eliminare la violenza contro le donne e per sostenere le sopravvissute.
Molte le testimonianze, tra attrici, Ashley Judd, l’intervento impeccabile di Linor Abargil, Miss mondo che ha denunciato lo stupro a Milano e fatto appello a tutte di uscire dal silenzio. Tra li interventi istituzionali significativi quello di Jet Bussenmaker, Ministra per l’educazione, cultura e scienza del Governo olandese, che ha marcato l’importanza dell’approccio femminista al contrasto della violenza contro le donne, e gli interventi, che hanno attirato tutti fotografi del paese e fatto alzare la platea in piedi, quello della regina Maxima dell’Olanda e della principessa Mary della Danimarca.
Il passaggio simbolico di testimone tra la precedente Special Rapporteur sulla violenza contro le donne delle Nazioni Unite, Rashida Manjoo e quella attuale, la croata, Dubravka Simonovic che ha sollecitato una visione olistica e coordinata tra le Convenzioni inerenti i diritti delle donne.
Molte testimonianze di donne vittime di violenza, come Therese Evers, ispettrice della Polizia olandese, scrittrice e sopravvissuta di violenza che come tante altre donne durante il congresso hanno spiegato come si può cogliere l’esperienza di sopravvissuta e diventare protagoniste.
D.i.Re ha preso parte attivamente alla Conferenza con un intervento della Presidente Titti Carrano all’interno della tavola rotonda “Safe at home, safe at work”. Il panel, organizzato dalla Kering Foundation partner di D.i.Re in un progetto di sensibilizzazione sul tema della violenza, ha avuto come tema quello delle buone prassi interne alle aziende ed alle organizzazioni di lavoro per contrastare la violenza sulle donne. Si sono illustrati i progetti di Kering Foundation in Italia, Francia e Regno Unito ed analizzati i risultati di una ricerca sul lavoro delle donne e violenza condotta in Canada e in Australia.
Perfetta la consolidata organizzazione delle donne olandesi, anche grazie al sostegno finanziario governativo e ai numerosi sponsor locali e internazionali, oltre che a quello della Rete mondiale dei centri antiviolenza che è stato il promotore del terzo congresso mondiale.
Le associazioni di donne, fondatrici dei Centri erano per la maggior parte femministe, ma erano presenti anche alcune suore e rappresentanti governativi, curiosi a capire cosa si muove e come organizzare gli Shelters.
Infine, la presidente della Rete mondiale dei Centri antiviolenza, Bandana Rana del Nepal, sottolinea l’importanza della raccolta dati mondiale dei Centri già attivato dal 2009, che ha coinvolto ad oggi 45 paesi, ottenendo i dati di 2500 Centri antiviolenza compreso l’Italia che partecipa a questa iniziativa.
La Conferenza si è conclusa con un appello delle rappresentanti della Rete mondiale dei Centri antiviolenza, rivolto principalmente alle Nazioni Unite, per implementare politiche concrete di finanziamento ai Centri antiviolenza nel contrasto alla violenza alle donne.
3 World Conference of Women’s Shelter
Global Network of Women’s shelters
*Casa delle donne per non subire violenza, Bologna
**Casa della donna di Pisa