La violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani e una pandemia di proporzioni globali

La violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani e una pandemia di proporzioni globali.

Oggi, 25 novembre, è la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, le ragazze e le bambine indetta dall’Onu.

Quest’anno la campagna mondiale mette al centro proprio la prevenzione, perché violenza contro le donne e le ragazze non è inevitabile, anzi: la prevenzione è possibile, praticabile ed essenziale.

La violenza maschile contro le donne può essere impedita e disinnescata agendo su molteplici piani e sulle ragioni politiche e culturali che la causano, mobilitando le comunità, trasformando le norme sociali, formando le forze dell’ordine, il personale sanitario, la magistratura e il personale scolastico, educando i bambini e i giovani, rimuovendo gli ostacoli all’occupazione femminile, promuovendo la loro autonomia e la loro libertà.

In Italia siamo molto lontani dal realizzare un piano di interventi integrati.

La rete dei Centri Antiviolenza D.i.Re, nata dal femminismo, costruita da donne consapevoli del significato politico e della natura strutturale della violenza maschile, fronteggia sia le emergenze che la quotidianità e conduce la sua attività politica volta alla trasformazione della società intera e di un cultura ancora patriarcale.

I Centri soffocano per mancanza di fondi, previsti dalla legge nazionale, trasferiti agli Enti locali e poi nella maggior parte dei casi dispersi nel nulla o bloccati.

Il Governo Renzi ha appena perso l’occasione storica di combattere con azioni specifiche, coordinate ed efficaci la violenza maschile contro le donne e ha varato un Piano che non affronta le esigenze tassative poste dalla Convenzione di Istanbul per proteggere, prevenire e punire la violenza.

Il ruolo dei Centri Antiviolenza risulta depotenziato in tutte le azioni del Piano e i Centri vengono considerati alla stregua di qualsiasi altro soggetto del privato sociale senza alcun ruolo se non quello di meri esecutori di un servizio. Il Piano rischia di vanificare il funzionamento delle reti territoriali esistenti, indispensabili per una adeguata protezione e sostegno alle donne.

Eppure, nonostante la responsabilità politica di chi dovrebbe predisporre un adeguato quadro legislativo integrato, adeguatamente finanziato, i Centri svolgono un incessante lavoro di sensibilizzazione e informazione, e soprattutto di prevenzione con azioni educative e di formazione, quasi esclusivamente senza l’appoggio né l’adeguato riconoscimento del Governo nazionale, né dei Governi locali.

È un errore e un paradosso: se la prevenzione e il contrasto alla violenza su donne, ragazze e bambine fosse considerata una priorità, allora la nostra Rete, diffusa in tutta Italia, efficace, costantemente aggiornata, riconosciuta e apprezzata a livello internazionale, sarebbe considerata una preziosa risorsa per orientare l’azione contro la violenza.

Noi celebriamo con fierezza il 25 novembre ma vogliamo ricordare a tutti che la violenza contro le donne accade ogni giorno e ogni giorno va combattuta, e non può essere oggetto di attenzione e di allarme soltanto in occasione di emergenze mediatiche o di ricorrenze formali.

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