La violenza contro le donne è sistemica e complessa, non un carro su cui salire all’occorrenza.

D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza prende atto delle dichiarazioni della ministra Roccella, che – nella sua lettera a La Stampa – si impegna nel contrasto alla violenza alle donne, sollecitando le forze politiche tutte.

Alle sue dichiarazioni di intenti, vogliamo aggiungere alcuni punti di attenzione.

  • La ministra ha sul tavolo una moltitudine di progetti che le organizzazioni antiviolenza hanno presentato con i bandi del Dipartimento Pari Opportunità scaduti a maggio dell’anno scorso. 
  • I fondi dovrebbero essere sbloccati per permettere di lavorare in modo serio e continuativo sulle attività di prevenzione. 
  • La libertà delle donne è messa a rischio anche dal movimento antiabortista, che vuole controllare i corpi e le vite.
  • Le donne vivono sui loro corpi anche la vittimizzazione secondaria che le obbliga ad affidi condivisi dei figli con mariti violenti.

“Ancora una volta assistiamo a dichiarazioni che seguono situazioni di violenza alle donne. Oggi, la ministra Roccella e il suo governo parlano di prevenzione e di centri antiviolenza: ma ancora non sappiamo che cosa pensino della Convenzione di Istanbul, dopo che alcuni parlamentari rappresentanti dei partiti della maggioranza si sono astenuti alla votazione al Parlamento Europeo per l’adesione dell’UE alla Convenzione di Istanbul – dichiara Antonella Veltri, presidente D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza. Basta dichiarazioni ambigue, c’è bisogno di responsabilità di governo piena e non di facciata, agendo per contrastare seriamente un fenomeno così strutturale e radicato.” – conclude la presidente.

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