La banda della culla, di Francesca Fornario

Lella Palladino*

La fantasia distruggerà il potere e una risata vi seppellirà“. Nulla di più idoneo per sintetizzare il potere di denuncia e la forza del libro di Francesca Fornario che attraverso l’ironia riesce a parlare delle diverse forme di precarietà della vita che nel nostro paese rendono spesso impossibile l’esercizio di un diritto mai discusso ma ormai difficilmente esigibile, quello alla riproduzione.

La banda della culla è un libro esilarante, di rara potenza, che partendo dalle storie di sei giovani in cerca di figli, racconta un paese piegato nelle sue contraddizioni, nel quale per cercare lavoro può essere più utile fingere di avere studiato meno e nascondere competenze e titoli di studio, e nel quale un diverso orientamento sessuale, un contratto precario, un ovaio policistico, origini straniere ti possono far rimane impigliato nella peggiore giungla di divieti e norme arcaiche, un paese in fondo che dice di amare la famiglia, che riempie le piazze per family day, ma sembra poi far di tutto per impedire di mettere su famiglia.

La storia di tre coppie “precarie” nel lavoro e/o nello “status” sociale ad esse appiccicato addosso dalla collettività, l’umana vicenda di chi vorrebbe garantirsi un futuro e garantire un futuro al paese nell’unico modo possibile, avere figli ed educarli alla vita, ma, semplicemente, non può, rappresenta l’ingiustizia del mondo del “lavoro”, dai contratti a “progetto” che non ti permettono di fare progetti, dei vincoli legali che scoraggiano: non puoi se sei omosessuale; non puoi se sei stato condannato per un reato incostituzionale di “immigrazione clandestina” (Bossi- Fini); non puoi se devi fare la fecondazione eterologa, il cui divieto è incostituzionale da un anno, ma non esistono ancora le leggi applicative per permetterla.

Quanto mai attuali in questi giorni di aspri contrasti sulle unioni civili e sulle adozioni le parole dell’autrice che non hanno bisogno di commento alcuno:

Quando ho cominciato a scrivere questo libro ho pensato: bisogna che mi sbrighi, perché presto il governo farà una legge per tutelare la maternità delle precarie costrette dall’unico datore di lavoro ad aprire la partita Iva, una legge per le unioni civili, una contro l’omofobia, una per cancellare la Bossi-Fini, una per consentire la fecondazione eterologa alle coppie che hanno bisogno del seme di una donatrice per fare un figlio, e tutti i problemi dei protagonisti del mio libro saranno risolti. Non avranno più bisogno di sfidare la legge per avere giustizia. Ingenua. Sospetto che Renzi e Alfano siano miei fan, e che non abbiano fatto nessuna di queste leggi per non rovinare l’uscita della Banda della culla. Carino da parte loro, però adesso datevi una mossa.”

*Cooperativa Eva, Napoli

 

 

 

 

 

 

 

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