Lella Palladino*
Le azioni promosse saranno orientate a dotare le equipe dei centri antiviolenza di competenze specifiche e a strutturare, sulla scorta di esperienze già consolidate, sportelli di orientamento e accompagnamento al lavoro in grado di attivare reti territoriali per l’inclusione lavorativa delle donne in difficoltà e prevedere dispositivi mirati al sostegno dell’occupazione.
Le donne che incontriamo nei centri antiviolenza attivi in tutto il paese, sono donne di ogni condizione, in parte indipendenti economicamente ed affermate professionalmente, in parte però in condizioni di scarsa autonomia. Capita spesso che il sostegno nel percorso di uscita dalla violenza si scontri con la difficoltà delle donne di trovare per sè e per i propri figli condizioni dignitose di vita ed in particolare un lavoro.
E’ importante che i Centri antiviolenza sostengano le donne nella ricerca di un lavoro, o nel mantenere il posto di lavoro, o nell’attivare un programma di formazione. La violenza rappresenta spesso un ostacolo all’indipendenza, alcune donne perdono il proprio posto di lavoro perché è lì che subiscono molestie da parte del partner o dell’ex partner, o perché questi le impedisce di recarsi al lavoro. Spesso succede che le donne lasciano il lavoro o non possono andare al lavoro per via dei segni della violenza e dei problemi di salute che essa genera. L’inserimento lavorativo quindi, ancor prima del sostegno economico, cardine indispensabile per aprire la porta all’indipendenza e ricostruire l’autostima insieme al senso di auto-efficacia e adeguatezza, è uno dei problemi che le operatrici dei centri si trovano ad affrontare favorendo e stimolando l’incontro tra una domanda da parte di soggetti temporaneamente svantaggiati e demotivati e un’offerta di lavoro che risulta prevalentemente informale e irregolare nella fase attuale del mercato del lavoro così strutturalmente in crisi.
Si è proposto l’uso delle borse lavoro, quale dispositivo di notevole efficacia: nell’ottica di definizione di progetti individuali formativi/lavorativi, per l’incentivazione dell’incontro domanda/offerta, la borsa lavoro rientra metodologicamente nei percorsi propedeutici all’inclusione lavorativa di soggetti in condizioni di difficoltà e ha mostrato potenzialità rilevanti anche nelle pratiche rivolte alle donne migranti che costituiscono il 30% delle donne che chiedono aiuto ai centri antiviolenza della rete DiRe. L’articolazione dei programmi connessi alle borse lavoro è strutturata per dare risposte ai bisogni di persone che vivono situazioni di particolare disagio socio-economico e relazionale, con i l’obiettivo principale di offrire loro opportunità e risposte che considerino ma, al contempo, tendano a superare, i limiti all’autonomia.
I programmi proposti avranno una durata media di 6 mesi ma la multidimensionalità delle difficoltà vissute da alcune delle destinatarie potrà rendere necessario un loro prolungamento: in questi casi l’accompagnamento sarà più lungo ed articolato e l’erogazione della borsa lavoro potrà durare 10 mesi.
Grazie al finanziamento della fondazione Guess sarà realizzato a tal fine un percorso di formazione aperto a tutti i centri della rete per l’acquisizione di competenze base sull’orientamento al lavoro ed il sostegno all’inserimento sul mercato del lavoro delle donne accolte nei centri antiviolenza, e saranno individuati 10 centri della Rete D.i.Re presso i quali saranno realizzati gli sportelli di orientamento al lavoro che attiveranno i tirocini formativi sostenuti da borse lavoro.
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