Il dissenso non è censura, ma un diritto di cittadinanza.

“Chiedere solidarietà per una manifestazione di dissenso, dopo aver sostenuto, approvato e messo in atto censure e violazioni di diritti è quanto meno bizzarro, se non offensivo” dichiara Antonella Veltri, presidente D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza.

Rivolgendosi alla ministra Roccella, la presidente Veltri continua: “lei non ha subito censura, perché non ha potuto parlare, ma ha semplicemente dovuto ascoltare le proteste delle persone che oggi si sentono minacciate da provvedimenti che limitano e mortificano libertà e autodeterminazione”.

“Manifestare” – conclude Veltri – “è e resta un diritto: la censura viene dal potere, non dal legittimo dissenso. Chiedere solidarietà, invece di affrontare le conseguenze delle proprie scelte è fuori luogo e dimostra la mancanza di volontà al confronto, anche conflittuale, che le scelte di questo Governo sollecitano da più parti”

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