D.i.Re – Donne in rete contro la violenza – si costituirà parte civile nell’ambito del processo agli autori del cosiddetto “stupro di gruppo”, avvenuto a Palermo il 7 Luglio 2023 ai danni di una ragazza di 19 anni. Il processo in abbreviato avrà inizio il 19 aprile e vedrà imputati sei dei sette giovani accusati di aver ripetutamente violentato la diciannovenne, in orario notturno e in luogo isolato, videoregistrando l’intero stupro.
La costituzione di parte civile si basa proprio sulle condotte contestate agli imputati, che hanno leso in modo evidente i valori e le finalità di cui D.i.Re è da anni portatrice e la cui tutela rappresenta una delle finalità primarie dell’associazione. Inoltre, queste condotte risultano lesive dell’interesse al raggiungimento degli obiettivi di D.i.Re, per i quali l’associazione opera con attività di prevenzione e contrasto alla violenza maschile alle donne.
“È importante la presenza dei Centri antiviolenza nelle aule dei tribunali a sostegno delle donne” – dichiara la presidente di D.i.Re, Antonella Veltri. “Compito dell’Associazione è trasmettere vicinanza, solidarietà e forza a quante abbiano subito violenza in un momento di confronto con la giustizia, che auspichiamo avvenga nel rispetto di tutte e di tutti, nonché dei dispositivi di legge nazionali e internazionali” continua Veltri. “Questa nostra azione vuole anche rinforzare l’importante lavoro che, quotidianamente, i Centri antiviolenza della Rete svolgono nei territori al fianco delle donne” conclude la presidente.
“I Centri antiviolenza impegnano quotidianamente energie e professionalità specificamente formate per sostenere le donne nei loro percorsi di uscita dalla violenza; in un momento storico di attacco ai diritti di libertà delle donne, la costituzione di parte civile di D.i.Re al processo per lo stupro di gruppo avvenuto a Palermo è, non solo un atto politico coerente coi fini statutari dell’associazione, ma anche un gesto concreto di solidarietà nei confronti della persona offesa” dichiara Elvira Rotigliano, avvocata penalista Centro antiviolenza Le Onde. “Se è vero che la violenza non si risolve nelle aule di giustizia, è altrettanto vero che i giudici con le loro sentenze, rivestono un ruolo di primo piano nel cambiamento culturale e nella decostruzione di pregiudizi e stereotipi di genere, che, quando invece affermati, contribuiscono alla vittimizzazione secondaria della donna. D.i.Re con la sua presenza al processo si impegna concretamente a vigilare e prevenire ogni forma di colpevolizzazione della vittima” conclude l’avvocata.