È stato presentato oggi con una conferenza stampa in streaming il programma del Festival Libere di essere, che si svolgerà dal 7 al 9 maggio all’Auditorium Parco della Musica di Roma, organizzato da D.i.Re – Donne in rete contro la violenza in collaborazione con Hero e con la co-produzione della Fondazione Musica per Roma, il finanziamento del Dipartimento per le Pari opportunità, la produzione di Mismaonda e la consulenza di Serena Dandini.
Sul palco attiviste, artiste, scrittrici, professioniste, ricercatrici, economiste, giornaliste, attrici. Nomi noti e (ancora) sconosciuti. Donne che sulla scena pubblica o nell’invisibilità del quotidiano stanno ridefinendo spazi e relazioni per affermare la libertà delle donne, in un intreccio di conversazioni e performance che vuole mettere in moto e in circolazione idee, percorsi e prospettive per guardare con occhi nuovi al presente e innescare un cambiamento culturale, tenendo anche conto di sfide e potenziali opportunità scatenate dall’irrompere della pandemia.
“Sullo sfondo c’è un pensiero politico che è da sempre al cuore del nostro lavoro: solo facendo spazio, riconoscendo e rispettando la libertà di essere delle donne è possibile uscire dalla gabbia del modello patriarcale che condiziona cultura e società e prevenire davvero la violenza maschile contro le donne”, ha detto la presidente di D.i.Re Antonella Veltri.
Il festival nasce all’interno del progetto “Libere di essere: informazione e comunicazione per prevenire la violenza”, finanziato attraverso un bando del Dipartimento per le Pari opportunità, e sarà anche l’occasione per presentare il corto vincitore del video-contest IO POSSO. che ha visto giovani tra i 18 e i 30 anni cimentarsi con la realizzazione di un corto di 2 minuti per raccontare come Uscire dalla violenza: il potere di generare libertà per sé, per tutte e tutti. Il video vincitore sarà presentato poi in autunno al RIFF – Rome International Film Festival.
Elena Bonetti, ministra per le Pari opportunità e la famiglia, che nel suo intervento ha sottolineato l’impegno per “la stesura della nuova strategia nazionale per il contrasto alla violenza di maschile contro le donne nel quale le azioni di sensibilizzazione, cambio linguaggio e promozione culturale avranno una centralità, con uno sguardo attento al protagonismo delle donne che in questo periodo ha dimostrato di essere una delle risorse più importanti che il nostro paese ha”
Il Festival declinerà immaginari e linguaggi che – sullo schermo, sul palcoscenico, tra le pagine – stanno contribuendo a ridefinire il femminile, con la leggerezza della satira di Vieni avanti, cretina!, il varietà ideato e condotto da Serena Dandini e gli sguardi rivolti al futuro, a cominciare dall’immaginario distopico a cui ha dato vita Margaret Atwood, in collegamento dal Canada.
Serena Dandini, presentando l’Abbecedario che concluderà la tre giorni, in cui sarà sul palco con Teresa Ciabatti, Michela Murgia e Chiara Valerio, ha ricordato che “anche le parole possono essere violente. Le parole sono importanti possono essere il campanello di allarme di una violenza. E definiscono la cultura in cui noi viviamo, una cultura che porta alla violenza. Per quanto possano esserci leggi e regolamenti, necessarie a contrastare il fenomeno, senza una rivoluzione culturale che parte dall’infanzia, dalle scuole, dagli stereotipi e dunque dalle parole, questa battaglia sarà difficile da vincere”.
“Da subito abbiamo deciso di essere partner di questo Festival”, ha affermato l’AD della Fondazione Musica per Roma Daniele Pitteri, “perché qualunque istituzione che voglia fregiarsi dell’aggettivo culturale, non può esimersi da una relazione forte con la propria comunità, con il territorio, che riguarda le persone, e dunque significa anche affrontare aspetti che non sono visibili, come la violenza contro le donne, per contribuire al cambiamento”.
“Libertà per le donne significa libertà per tutti, indipendenza delle donne significa indipendenza per tutti”, ha ricordato in conclusione Serena Dandini. “E quindi ci auguriamo che questo festival sia un momento di riflessione e di scambio, ma anche gioia di vivere. Per tutte e tutti”.
Il programma – Highlights
Il Festival Libere di essere mette in prospettiva a partire dal presente il cambiamento culturale necessario per prevenire la violenza maschile contro le donne. Declinarlo, costruirlo, promuoverlo è una scelta politica che ci riguarda tutti/e richiede un impegno istituzionale dichiarato e costante.
Da qui si parte con Libere di essere. Informazione e comunicazione per la prevenzione della violenza di genere – il 7 maggio alle 12.30 – in cui Antonella Veltri, presidente di D.i.Re converserà con Elena Bonetti, ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Aurelia Sole, coordinatrice della Commissione tematiche di genere della CRUI – Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, e Daniele Pitteri, amministratore delegato della Fondazione Musica per Roma.
A ricordare l’importanza del più innovativo strumento legale internazionale per la prevenzione e il contrasto della violenza maschile contro le donne, ovvero la Convenzione di Istanbul, sarà un intervento della Mor Çatı Women Shelter Foundation dalla Turchia, che da settimane protesta contro la decisione del presidente Erdogan di uscire dal trattato.
Un cambiamento culturale che può iniziare fin da piccoli, anzi da piccolissimi, come racconta il panel Libere di essere a scuola: bambini e bambine alle prese con il potere – l’8 maggio alle 10.30 – frutto di una pionieristica esperienza realizzata dai centri antiviolenza della rete D.i.Re con educatrici, maestre/i e soprattutto migliaia di bambini dai 4 ai 7 anni. A raccontarlo Alessandra Campani ed Elena La Greca di D.i.Re, le maestre Giovanna Murino e Melissa Zaccaria, Martina Recchiuti, redattrice di Internazionale Kids.
Un cambiamento culturale che deve riguardare anche media e aule dei tribunali, che sarà messo a tema nel panel intitolato significativamente Io ti credo, anzi no! Come la vittimizzazione secondaria silenzia le donne e occulta la violenza – il 9 maggio alle ore 14.30 – con Patrizia Romito e Teresa Bene, docenti universitarie, ed Elena Baggioni e Titti Carrano, avvocate di D.i.Re, Marcella Pirrone, presidente di WAVE – Women Against Violence Europe, in conversazione con Barbara Nepitelli di Alley Oop-Il Sole 24 ore.
Il Festival offrirà anche uno sguardo inedito sul percorso di fuoriuscita dalla violenza che si realizza nei centri antiviolenza e nelle case rifugio della rete D.i.Re, con il racconto intimo ed emozionante di operatrici, coordinatrici, psicologhe, mediatrici culturali nel panel La libertà al Centro – il 9 maggio alle 16. Sul palco in questo originale reading Yodit Abraha (Le Onde Onlus, Palermo), Elena La Greca (La Nara, Prato), Cristina Carelli (CADMI, Milano), Yvette Samnick (Centro antiviolenza “Roberta Lanzino”, Cosenza), Valentina Mangiò (Donna Lisa, Roma), Luisanna Porcu (Onda Rosa, Nuoro).
E Lella Costa – il 7 maggio alle 19.30 – intrepreterà alcuni monologhi tratti da Ferite a morte, spettacolo scritto da Serena Dandini con Maura Misiti che trasse ispirazione dal lavoro del centro antiviolenza Le Onde di Palermo, città dove venne portato in scena la prima volta, per sostenere la ratifica della Convenzione di Istanbul da parte dell’Italia.
Lo scenario mutato dall’esplosione della pandemia Covid19, le sfide e le potenziali opportunità per fare spazio a un cambiamento che investa concretamente la vita delle donne ora che si pensa al “dopo”, è la tela di fondo per due panel.
Corpo. Salute. Libertà – il 9 maggio alle 10 – mette a tema la diversità delle donne di fronte alla cura, con l’irreverente Marina Cuollo, Yvette Samnick, mediatrice culturale e scrittrice di origini camerunesi, Francesca Mannocchi, giornalista d’inchiesta e report da zone di conflitto, autrice di Bianco è il colore del danno (Einaudi), Carola Vicari, ginecologa dell’Associazione italiana donne medico e Maria Grazia Ruggerini, sociologa, in conversazione con Luisanna Porcu, psicologa e consigliera di D.i.Re.
Le donne e il potere economico: un percorso a ostacoli – il 9 maggio alle 18 – affronta l’autonomia delle donne, essenziale per liberarsi della violenza, e dunque il lavoro, il fare impresa ma anche, attualissima, la pianificazione del Recovery Fund, con Antonella Veltri, presidente di D.i.Re, Linda Laura Sabbadini, direttrice centrale dell’ISTAT, Incoming Chair di Women20, Chiara Bassi, country manager di Domestika Italia, Claudia Segre della Global Thinking Foundation e Giovanna Badalassi di Ladynomics.
Costruire un nuovo immaginario è essenziale per dare agio all’espressione della libertà femminile.
Prova a farlo con ironia e irriverenza il varietà Vieni avanti, cretina! ideato e condotto da Serena Dandini che approda per la prima volta a Roma – l’8 maggio alle 19.30 – e vedrà sul palco Antonella Attili, Gioia Salvatori, Daniela Dalle Foglie, Laura Formenti, Michela Giraud, Annagaia Marchioro, Francesca Reggiani.
La tavola rotonda Il femminile allo specchio. Rappresentazioni e autorappresentazioni – l’8 maggio alle 17 – che chiude il ciclo di incontri Libere di leggere: un percorso fra i libri curato da Maria Teresa Carbone e Chiara Veltri– parte dalla distopia creata da Margaret Atwood, in collegamento dal Canada, per esplorare le “personagge” costruite nei libri con le scrittrici Laura Pugno e Nicoletta Vallorani, in conversazione con Claudia Durastanti.
Dalla serie alla vita. Il cambiamento sul piccolo schermo – il 9 maggio alle 11.30 – guarda invece alla complessità delle donne raccontata sullo schermo – quello del cinema e della TV che oggi sempre di più si trasferisce su computer e tablet in una dimensione temporale dilatata, quella delle serie – con le registe Paola Randi e Adele Tulli, le Mariolina Venezia autrice e sceneggiatrice di Imma Tataranni e Eleonora Trucchi che ha trasformato una vicenda di cronaca nella serie Baby, e con Marina Pierri, critica, direttrice di FEST – Festival delle serie TV, e autrice di Eroine. Come i personaggi delle serie TV possono aiutarci a fiorire (Tlon).
Chiude il Festival Libere di essere – il 9 maggio alle 19.30 – l’Abbecedario: le parole chiave per trasformare il presente e guardare con fiducia al domani, scelte e interpretate dalle scrittrici Teresa Ciabatti, Chiara Valerio, Michela Murgia e Serena Dandini.