Femminicidio: espressione del potere diseguale fra donne e uomini

Intervento di Luisanna Porcu, del Centro Antiviolenza Onda Rosa Nuoro, in occasione del convegno:  “Violenza e femminicidio: cosa cambia con la nuova legge. Riflessioni, commenti e rilievi critici sulla legge 119/2013”, tenutosi a Nuoro il 18.01.2014.

Il femminicidio rappresenta l’ultimo atto di un continuum di violenze, questo concetto è molto importante affinché non si consideri un atto isolato.
La violenza di genere è un fenomeno specifico e distinto da tutti gli altri tipi di violenza.
Basta pensare che noi siamo in un paese dove gli omicidi sono in netto calo, sono 1/3 di quelli che erano nel 92, c’è stata dunque una diminuzione netta.
Il problema è che questa diminuzione è stata una diminuzione degli omicidi degli uomini sugli uomini, mentre non si è minimamente intaccato il problema degli omicidi degli uomini sulle donne, e in particolare di quello dei femminicidi, che non sono atti criminali di un pazzo isolato, non è l’atto di un raptus, di un soggetto con disturbi psichiatrici, o di un soggetto emarginato, sono atti di persone normali che, come abbiamo detto, costituiscono l’ultimo atto di un continuum di violenze.
Dunque analizzando le statistiche rileviamo che esiste un crollo degli omicidi da criminalità organizzata mentre il numero dei femminicidi rimane sempre più o meno sempre su quel livello, circa 130 donne l’anno.

Cosa vuol dire questo?

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