Il Decreto sicurezza e la revoca del progetto Sprar a Riace sono atti collegati di un governo che disconosce l’umanità delle persone che fuggono da territori in guerra, con dittature violente, con povertà diffusa, con sistemi sanitari e scolastici al lumicino, senza opportunità reali per una gran parte della popolazione. Condizioni non molto diverse da quelle che portarono a una massiccia emigrazione italiana nel secolo scorso.
Tra loro ci sono molte donne e uomini vittime di torture atroci, donne che i centri antiviolenza della rete D.i.Re hanno già cominciato ad accogliere e sostenere, proprio in virtù di una collaborazione con il sistema di accoglienza.
Per loro D.i.Re continuerà a essere sempre uno spazio aperto e accogliente, e lotterà contro misure inique, come l’eliminazione della protezione umanitaria, che rischia di colpire in maniera massiccia proprio le donne che cercano di lasciarsi alle spalle la violenza, la tratta, lo sfruttamento.
D.i.Re si esprimerà in tutte le forme possibili contro il tentativo di azzeramento del modello di integrazione sperimentato negli anni e realizzato a Riace.