La petizione su Change.org che ha già raccolto oltre 170.000 firme, le migliaia di persone che il 10 novembre hanno affollato le piazze di decine di città, la grande manifestazione nazionale del 24 novembre e lo sciopero dell’8 marzo hanno tutte posto al centro della battaglia politica il ritiro del Ddl, di cui decine di esperte/i e organizzazioni hanno messo in evidenza tutte le criticità nel corso delle audizioni in Commissione Giustizia.
Il presidio convocato per il 2 aprile sarà riconvocato non appena sarà chiarito il proseguimento dell’iter parlamentare, perché lo stato di agitazione permanente continua e l’obiettivo rimane il ritiro del Ddl Pillon, che altro non è che uno degli elementi del più ampio disegno sessista e misogino che sta andando in scena al Congresso mondiale delle famiglie, contro cui scenderemo in piazza domani a Verona.