Ddl sui figli nei casi di violenza domestica, in memoria di Federico Barakat.
Dichiarazione di Antonella Veltri, presidente di D.i.Re
Il Ddl 2417 “Provvedimenti riguardo i figli nei casi di violenza di genere o domestica”, presentato il 28 ottobre al Senato e dedicato alla memoria del piccolo Federico Barakat, ucciso dal padre nel 2009 durante un incontro protetto nonostante la madre, Antonella Penati, avesse più volte denunciato violenze e minacce del partner, è un nuovo passo nel percorso di lotta alla vittimizzazione secondaria, tema che è al centro del lavoro di D.i.Re da molto tempo.
Nel 2018 lo abbiamo portato all’attenzione del GREVIO curando il rapporto ombra della società civile. Il Rapporto del GREVIO sull’Italia, pubblicato a gennaio 2020, ha confermato le criticità segnalate dai centri antiviolenza D.i.Re, chiedendo al governo di porvi urgentemente rimedio.
L’indagine “Il (non) riconoscimento della violenza domestica nei tribunali civili e per i minorenni”, pubblicata da D.i.Re a luglio scorso, ha rivelato l’impatto che stereotipi e pregiudizi sessisti continuano ad avere in queste sedi, e che si traducono in procedure che ledono gravemente il diritto delle donne – e dei minori – a vivere una vita libera dalla violenza, distorcendo il concetto di bigenitorialità a favore di una riaffermazione del ruolo del “pater familias” di stampo patriarcale.
Un uomo violento contro la propria partner continua a essere considerato sostanzialmente un buon padre. Non si tiene conto dell’impatto della violenza assistita, che le operatrici dei centri antiviolenza D.i.Re conoscono bene, perché da oltre 30 accompagnano le donne e i loro figli e figlie in percorsi di fuoriuscita dalla violenza.
Sappiamo che una legge da sola non basta, e che deve cambiare anche la cultura di chi poi si troverà ad applicarla.
Il 14 ottobre è stata attivata la prima piattaforma italiana di e-learning sulla vittimizzazione secondaria, un corso di formazione pensato per chi lavora nella giustizia, magistrati e avvocati, nelle forze dell’ordine e nei media, realizzata nell’ambito del progetto Never Again, a cui si sono iscritti finora oltre 1000 partecipanti.
E il 23 ottobre Never Again ha lanciato il primo video contest sulla vittimizzazione secondaria, che resta aperto fino all’8 marzo del prossimo anno.
È inaccettabile, insostenibile e pericoloso che le donne siano giudicate “madri alienanti”, solo perché cercano di proteggere i loro figli da padri di cui hanno paura, da uomini che spesso usano l’affidamento come ennesimo strumento per controllare e opprimere le donne che si sono sottratte alla loro violenza.
D.i.Re è, e sarà sempre, al loro fianco.