“D.i.Re accoglie con grande allarme e preoccupazione l’intenzione dei governi polacco e turco di sospendere la propria ratifica della Convenzione di Istanbul”, ritirando addirittura la firma al trattato come annunciato qualche giorno fa dal ministro della Giustizia polacco.
Lo ha detto Antonella Veltri, presidente di D.i.Re – Donne in rete contro la violenza, sottolineando che “al di là del grave attacco alle istituzioni e procedure del Consiglio d’Europa, è il significato politico di questa tendenza che non va assolutamente sottovalutato e che va di pari passo con il tentativo di irrigidire le norme sull’aborto contro il quale le donne polacche combattono da due anni”.
La Convenzione contro la violenza domestica e la violenza di genere del Consiglio d’Europa “è il risultato di un lavoro enorme da parte delle organizzazioni di donne e della società civile europea, per avere finalmente uno strumento valido per combattere efficacemente ogni forma di violenza contro le donne”, fa notare Marcella Pirrone, presidente di WAVE, Women Against Violence Europe, la rete europea dei centri antiviolenza.
“Le argomentazioni addotte”, ovvero l’opposizione a una lettura delle differenze tra uomini e donne come costrutto socio-culturale e non solo biologico nel quale, secondo la Convenzione di Istanbul, è radicata la violenza maschile contro le donne, e la rivendicazione dei diritti genitoriali anche a fronte della violenza assistita, “richiamano pericolosamente le posizioni del movimento raccolto attorno al Family Day di Verona nel 2019”, ricorda Pirrone, “con tutta la sua aggressività nei confronti dei diritti delle donne e delle persone LGBTQ”.
La Convenzione di Istanbul e il lavoro del GREVIO, il Gruppo di esperte sulla violenza contro le donne che ne monitora l’applicazione per conto del Consiglio d’Europa “sono strumenti fondamentali per l’avanzamento dei diritti delle donne”, ribadisce Veltri, ricordando la campagna ‘Violenza sulle donne. In che Stato siamo?’ lanciata da D.i.Re “proprio per far sì che l’Italia dia piena attuazione alla Convenzione, in vigore ormai dal 2014”.
“D.i.Re e WAVE non lasceranno sole le donne polacche e turche”, hanno affermato in conclusione Veltri e Pirrone, “perché ogni passo indietro rispetto alla Convenzione di Istanbul colpisce tutte le donne”.