40 anni di legge 194
Vogliamo contraccezione gratuita e libertà di scelta sui nostri corpi
Il movimento rivendica la libertà e i diritti conquistati in decenni di lotte collettive, per dire che la sessualità delle donne non è finalizzata alla procreazione, che la maternità non è un obbligo ma una scelta.
Non Una Di Meno denuncia la responsabilità di Stato e Regioni nella continua violazione del diritto alla salute riproduttiva: anche questa è violenza di genere. Il numero di medici obiettori ha raggiunto una media del 70%, con punte del 90% in alcune regioni. Solo 390 su 654 strutture dotate di reparti di ostetricia e ginecologia effettuano interruzioni di gravidanza, con il risultato che l’interruzione volontaria di gravidanza è sempre più un percorso a ostacoli. L’aborto farmacologico è somministrato da pochi ospedali e in modo limitato, mentre la stessa legge 194 prevede l’uso delle tecniche più aggiornate a tutela della nostra salute.
Inoltre, riguardo gravidanza e parto, oltre il 20% delle donne racconta di aver subito umiliazioni e pratiche violente durante il parto, mentre l’accesso gratuito agli esami diagnostici durante la gravidanza è compromesso dalla carenza di strutture pubbliche, con conseguenze gravi sulla salute e sul benessere delle donne, soprattutto quelle più povere e precarie.
Nel difendere la nostra libertà di scegliere partiamo dalla forza di un movimento globale che pretende e reclama una trasformazione dell’intera società. Siamo con le donne argentine che hanno imposto al parlamento di discutere la legalizzazione dell’aborto, con le irlandesi che a fine maggio voteranno in un referendum per decriminalizzare la procedura per l’aborto, con le polacche che per prime hanno scioperato per bloccare i tentativi del parlamento di proibirlo.
- Vogliamo la contraccezione gratuita.
- Vogliamo l’accesso gratuito all’assistenza sanitaria per l’Ivg, la gravidanza e il parto indipendentemente dalla cittadinanza e dai documenti.
- Vogliamo gli obiettori fuori dalle strutture sanitarie pubbliche e dalle farmacie.
- Vogliamo la RU486 a 63 giorni e senza ospedalizzazione, somministrata anche nei consultori pubblici.
- Vogliamo l’eliminazione delle sanzioni amministrative per le donne che ricorrono all’aborto fuori dalle strutture sanitarie pubbliche.
- Vogliamo welfare per l’autodeterminazione, la sanità pubblica, laica e a nostra misura, i consultori aperti alle donne di qualunque età, alle persone gay, lesbiche, trans e alle migranti. Vogliamo l’educazione sessuale nelle scuole.
Non Una Di Meno