È stato pubblicato il secondo Rapporto delle organizzazioni di donne sull’attuazione della Convenzione di Istanbul in Italia. Ancora molte le aree di intervento nelle quali lo Stato italiano è carente.
Molti i punti che preoccupano D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza e che necessitano di un approfondimento. Per questo, D.i.Re lancia una campagna di informazione sulle insufficienze ancora presenti nell’attuazione della Convenzione di Istanbul nel nostro Paese.
Per il momento politico attuale, preoccupa in particolare la situazione delle donne migranti, richiedenti asilo e rifugiate che arrivano in Italia – anche alla luce delle politiche annunciate dal Governo in questi giorni. Nella maggior parte dei casi, queste donne hanno subito diverse forme di violenza sessuale e di genere, sia nei loro Paesi di origine che in quelli di transito. Rimangono esposte al rischio di violenza anche in Italia, dove alcune circostanze strutturali e il rischio di isolamento sociale minano le possibilità di ricevere supporto per le situazioni che vivono.
Di fatto, le donne migranti, richiedenti asilo e rifugiate incontrano ancora barriere nell’accesso ai servizi e in particolare, al supporto per le situazioni di violenza. Tra i principali ostacoli D.i.Re evidenzia:
- la mancanza di un meccanismo di referral per la tutela e sostegno delle donne migranti, richiedenti asilo e rifugiate in situazione di violenza, in grado di informarle dei propri diritti e offrire supporto adeguato;
- l’assenza di personale formato, sia alle frontiere che nel sistema di accoglienza, rispetto alle dinamiche della violenza;
- il limitato accesso alle informazioni sull’esistenza e il supporto offerto dai Centri antiviolenza;
- lo scarso ricorso alla possibilità di rilasciare il permesso di soggiorno per le vittime di violenza domestica (art. 18 bis).
“Preoccupano le misure securitarie dichiarate dal Governo” – dichiara Antonella Veltri, presidente D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza – “che limitano, o addirittura negano l’accesso al territorio italiano, il diritto d’asilo o altre forme di protezione; tra queste” – continua Veltri – “desta sgomento l’annunciato obiettivo di abolire l’istituto della protezione speciale, che è presente in modo analogo in altri paesi UE, contrariamente a quanto recentemente dichiarato dalla Presidente Meloni. Questo si tradurrebbe in un aumento delle persone irregolari in Italia, senza possibilità di percorsi strutturati volti all’inclusione sociale, acuendo fragilità soprattutto dei gruppi più vulnerabili – tra cui le donne – più facilmente reclutabili e sfruttabili dalle reti criminali nel mercato del sesso, del lavoro irregolare e delle economie illegali” – conclude la presidente.
Il report è stato prodotto con lo sforzo di un gruppo di lavoro che ha saputo osservare e approfondire le varie sfaccettature con competenza. Le associazioni che hanno contribuito nei vari passaggi, insieme a D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza sono:
● ActionAid Italia
● Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo – Aidos
● Forum Associazione Donne Giuriste
● Forum Italiano sulla Disabilità – FID
● GIUdiT Associazione Giuriste d’Italia
● Esperte indipendenti (Letizia Lambertini)