Convenzione di Istanbul. Italia ancora lontana da una corretta applicazione. Particolare preoccupazione per l’accoglienza delle donne migranti, richiedenti asilo e rifugiate.
È stato pubblicato il secondo Rapporto delle organizzazioni di donne sull’attuazione della Convenzione di Istanbul in Italia. Ancora molte le aree di intervento nelle quali lo Stato italiano è carente.
14 femminicidi nel mese di marzo: da Trieste a Giarratana le donne continuano a morire per mano maschile e i Centri antiviolenza non sono mai stati così a rischio chiusura.
Nel mese della Giornata Internazionale dei diritti della donna [...]
OH, POVERE DONNE! un mese di lotta contro la povertà femminile.
Nella Giornata internazionale dei diritti della donna, D.i.Re lancia una campagna di sensibilizzazione e informazione su un tema ancora troppo poco dibattuto e affrontato solo marginalmente: la povertà delle donne.
Strage di Cutro, strage di Stato.
“Troppe le responsabilità, troppe le colpe nell’ennesima tragedia annunciata di Cutro. Tutte dentro il disegno di una politica che chiude le frontiere, rende inermi le ONG che tentano disperatamente di soccorrere le persone in viaggi infernali per cercare protezione” dichiara Antonella Veltri, presidente D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza.
Caso Saman Abbas: le associazioni della Rete D.i.Re ammesse come parte civile
“L’ammissione di parte civile delle associazioni Trame di Terra e NonDaSola – che fanno parte della Rete nazionale dei centri antiviolenza D.i.Re – ha un grande valore perché sono presidio della libertà delle donne dalla violenza maschile in ogni territorio. Il ruolo dei centri antiviolenza è fondamentale e deve essere sostenuto e riconosciuto perché i Centri Antiviolenza fanno la differenza nella vita delle donne”
Ancora sconti di pena per Genovese
“La riforma Cartabia ha offerto a Genovese una opportunità presentata su un piatto d’argento, quella di ridurre ulteriormente una pena che già era stata generosamente contenuta, con il risultato che sono le persone offese a restare in attesa di ottenere l’adeguato risarcimento, con il rischio concreto che farà prima l’imputato a tornare in libertà che loro ad essere risarcite”