Abbiamo iniziato un nuovo percorso per rendere sempre più trasparenti e visibili le tante, importanti attività che la Rete e tutte le socie portano avanti ogni giorno, non senza sacrifici e fatiche.
Questo strumento ci offre la possibilità di dare una fotografia – autentica ed esaustiva – delle azioni che conduciamo ai nostri stakeholder: attiviste, donne accolte, donatori, istituzioni, media, pubblico.
Un racconto per progetti e numeri che mette in evidenza come le nostre azioni contribuiscano concretamente al contrasto della violenza maschile sulle donne. L’occasione per renderci conto di quanti siano i progetti che sviluppiamo e di quanto ci sia ancora da fare per cercare di eliminare un fenomeno tanto pervasivo e radicato, come la violenza maschile sulle donne.
Questo primo numero è dedicato al 2020, che è stato, per tutte e tutti, l’anno del Covid.
Ci siamo dovute reinventare, abbiamo dovuto trovare nuove forme di accoglienza per continuare a contrastare – con le 20.000 donne che ascoltiamo ogni anno – contro la violenza maschile e per costruire percorsi di libertà per le donne.
Ci siamo riuscite? Di certo siamo state un riferimento importante per le tante donne che in pandemia hanno vissuto l’incubo della violenza domestica, tra le mura di casa.
Abbiamo risposto con immediata determinazione e capacità riprogettando le nostre attività, il nostro ascolto.
I nostri Centri antiviolenza e le nostre Case rifugio non hanno smesso di essere presenti per accompagnare le donne nei loro percorsi di uscita dalla violenza, che è stata anche più evidente a causa dei lunghi periodi di convivenza forzata imposti dai lockdown.
Il 2020 ci ha anche fatto scoprire la vicinanza di alcuni donatori, che hanno contribuito in misura significativa alla costituzione del Fondo Covid, grazie al quale abbiamo potuto sostenere molte delle organizzazioni socie nelle spese per sanificazioni degli ambienti e acquisto di dispositivi (mascherine, guanti, ecc). Semplicemente, grazie a queste donazioni fuori dall’ordinario, abbiamo potuto continuare la nostra attività, sia nei Centri antiviolenza che nelle Case rifugio.
Abbiamo anche sperimentato nuove forme di incontro tra noi, ma – soprattutto – con le donne, affinando la nostra metodologia dell’accoglienza per renderla funzionale ed efficace anche con incontri online: videochiamate su WhatsApp, Skype e gli altri strumenti a disposizione sono stati molto utili per varie e differenti situazioni. Le competenze delle attiviste, la capacità di tutte di gestire situazioni critiche, hanno consentito di mantenere alto il nostro livello di risposta alle donne che ci interpellano.
Abbiamo continuato a dare forza alle donne attraverso la voce e le attività delle nostre organizzazioni, grazie ad azioni di advocacy e costruendo relazioni e rapporti con tutti i soggetti del sistema.
Abbiamo continuato a lavorare per il cambiamento culturale, indispensabile presupposto da cui deve e può partire il superamento di ogni forma di violenza maschile sulle donne.La nostra azione non si ferma alla solidarietà e al sostegno, la nostra è azione politica per cambiare la società in ogni suo aspetto. La politica delle donne è quella che pratichiamo nei luoghi del femminismo e che agiamo nelle piazze per decostruire gli assetti di una società pronta a rispondere ai bisogni maschili e costruita e improntata a modelli che vogliamo cambiare.
Antonella Veltri, Presidente D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza