D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza ha inviato al Presidente Mattarella una lettera aperta per chiedergli di essere garante degli impegni assunti dall’Italia in merito all’attuazione della Convenzione di Istanbul, in occasione del decennale della sua ratifica.
D.i.Re ha portato alla Sua attenzione le conclusioni sullo stato di attuazione delle raccomandazioni indirizzate all’Italia nel febbraio del 2020 presentate – lo scorso primo giugno – dal Comitato delle Parti della Convenzione sulla prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul).
“L’auspicio è che con la Sua autorevole voce di capo dello Stato, oltre che di Presidente del Consiglio superiore della Magistratura, esorti tutti i soggetti e organismi istituzionali a essere più attivi ed efficienti nel contrasto alla violenza maschile alle donne, nel solco dell’impegno preso 10 anni fa e seguendo le indicazioni che provengono dal meccanismo di monitoraggio della Convenzione stessa” dichiara la presidente di D.i.Re, Antonella Veltri.
Sono vari e importanti i punti rispetto ai quali il Governo italiano è richiamato ad un’azione più efficace, riprendendo molte delle osservazioni presentate dalle associazioni di donne attraverso il Rapporto ombra, coordinato da D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza.
In particolare, il Comitato della Parti chiede al Governo di:
1. progettare e attuare politiche globali che affrontino tutte le forme di violenza contro le donne, in stretta consultazione con le organizzazioni per i diritti delle donne, che identifichino chiaramente le azioni da intraprendere, le autorità competenti per attuarle e i relativi stanziamenti finanziari; e allo stesso tempo, armonizzare l’attuazione di queste politiche a livello regionale/locale;
2. garantire che organismi incaricati dell’attuazione e del coordinamento delle misure per combattere la violenza contro le donne (Dipartimento per le Pari Opportunità) abbiano una solida base istituzionale e risorse umane e finanziarie sufficienti, assicurando al contempo un’efficace valutazione delle politiche;
3. rafforzare il quadro istituzionale nazionale e locale per la cooperazione con le organizzazioni per i diritti delle donne durante la progettazione, il monitoraggio, la valutazione e l’attuazione di misure e politiche per prevenire e combattere la violenza contro le donne;
4. garantire un finanziamento adeguato e tempestivo delle misure per prevenire e combattere la violenza contro le donne a livello nazionale e regionale, fornire un sostegno finanziario a lungo termine ai servizi specializzati per le donne sulla base di una valutazione completa dei bisogni e aumentare la trasparenza e la responsabilità nell’uso dei fondi pubblici;
5. adottare misure legislative o di altro tipo affinché:
a) siano disponibili rimedi civili efficaci nei casi in cui le autorità statali non abbiano adempiuto ai propri obblighi di diligenza, come previsto dall’articolo 29 della Convenzione;
b1) una valutazione del rischio sia effettuata sistematicamente da tutte le autorità competenti;
b2) si introduca un sistema di analisi ex post di tutti i casi di femminicidio;
c) i tribunali competenti abbiano l’obbligo di prendere in considerazione la violenza contro le donne nel determinare i diritti di custodia e di visita;
d) gli ordini di protezione e le misure cautelari siano adottati tempestivamente e applicabile a tutte le forme di violenza contro le donne; e che vengano raccolti dati sul numero di ordini richiesti e sul numero di quelli concessi;
e) rivedere la legislazione in materia di procedibilità dei reati afferenti alla violenza contro le donne, recentemente modificata dalla legge Cartabia.
Su questi temi, l’Italia sarà chiamata a riferire entro il 2 giugno 2025.
“Abbiamo scritto al Presidente Mattarella per condividere la nostra preoccupazione circa l’applicazione della Convenzione di Istanbul in Italia, anche a seguito delle recenti azioni del Governo in merito alla prevenzione e al contrasto della violenza maschile alle donne.” – dichiara la presidente di D.i.Re Antonella Veltri “Continuiamo a leggere dichiarazioni quando una donna viene uccisa e a non vedere la messa in pratica di quello che la Convenzione prevede – continua Veltri. “A 10 anni dalla sua ratifica in Italia, crediamo sia finalmente giunta l’ora di interventi realmente utili. I 40 anni di esperienza dei Centri antiviolenza della nostra Rete potrebbero essere un buon punto di partenza.” – conclude la presidente.