Palazzo di Giustizia Bari. D.i.Re: “Per non lasciare sole le vittime di violenza, siano celebrati anche i processi con imputati attinti dalle misure dell’allontanamento dalla casa coniugale e del divieto di avvicinamento alla persona offesa”.

Bari, Palazzo di giustiziaIl decreto legge n. 73/2018, emanato per rimediare all’emergenza determinata dalla dichiarata inagibilità del Palazzo di Giustizia di Bari ha pesanti ripercussioni per le donne che si sono affidate al sistema della Giustizia per uscire da relazioni violente, perché tutti i processi per reati che non prevedono la custodia cautelare in carcere o gli arresti domiciliari rischiano di essere rimandati sine die.

“Sappiamo quanto sia difficile per le donne denunciare le violenze”, spiega Lella Palladino, presidente di D.i.Re, Donne in rete contro la violenza. “Quando lo fanno, nella stragrande maggioranza dei casi sono tutelate dalla misura del divieto di avvicinamento alla vittima, non perché i reati che subiscono siano meno gravi, ma perché questa è la misura cautelare prevista dalla legge”.

Per questo, in vista del dibattito parlamentare di giovedì prossimo 12 luglio, D.i.Re ha chiesto alle parlamentari di intervenire, modificando il decreto così da includere tra i processi che devono essere celebrati perché gravi e urgenti anche i procedimenti in cui gli imputati sono attinti dalle misure dell’allontanamento dalla casa coniugale o dal divieto di avvicinamento alla persona offesa, misure tipicamente poste a tutela delle vittime di maltrattamenti o atti persecutori, stalking.

“Nel momento in cui con molti slogan alle donne viene chiesto di fidarsi e affidarsi allo Stato per ottenere protezione e giustizia, se questo decreto non sarà modificato, sarà un tradimento per le donne che in Puglia hanno scelto di denunciare”, conclude Palladino.

 

La richiesta inviata alle Deputate