Quando accadono fatti così immensamente tragici dobbiamo chiederci, tutti, in cosa abbiamo sbagliato: dov’è la falla nella ‘rete’.
Lucca ha un Codice Rosa che funziona, il nostro Centro Antiviolenza cammina, pur fra le difficoltà, con le proprie gambe. Eppure non è bastato: Vania non ha chiesto aiuto a nessuno, non si è fidata delle istituzioni che avrebbero dovuto proteggerla.
A poco servono adesso, anche se doverose, le parole di conforto e di solidarietà.
Come associazione siamo sempre pronte a partecipare a qualsiasi manifestazione simbolica che si voglia mettere in piedi. Ma i simboli servono nell’emergenza: nel quotidiano dobbiamo fare un passo in più. Servono fatti concreti, fondi, formazione a tutti i livelli, aiuti.
Non possiamo permettere che la vita delle donne maltrattate dipenda esclusivamente dalla buona volontà di un gruppo di persone. Il volontariato è una risorsa importantissima, ma non può essere la base da cui partire perché ne risentirebbe la professionalità.
Quindi facciamoci delle domande.
Perché finché ci sarà anche solo una donna che sceglie di subire la violenza in silenzio senza denunciare, significherà che non stiamo facendo abbastanza.