APPELLO per l’applicazione della Legge Regionale N.20 del 2007:
“Disposizioni per la promozione ed il sostegno dei centri antiviolenza e delle case di accoglienza per donne in difficoltà”
“La Regione Calabria […] riconosce che ogni tipo e ogni grado di violenza sessuale, psicologica, fisica ed economica contro le donne costituisce un attacco alla inviolabilità della persona e alla sua libertà, secondo i principi sanciti dalla Costituzione e dalle vigenti leggi. Alle donne che incontrano l’ostacolo della violenza, nelle sue diverse forme, è assicurato il diritto, eventualmente con i propri figli, a un sostegno temporaneo al fine di ripristinare la propria inviolabilità e di riconquistare la propria libertà […]”.
Queste parole sono contenute nell’Articolo 1 della Legge Regionale n. 20.
Si tratta di una legge promulgata il 21 agosto 2007 al fine di “promuovere” e “sostenere” i centri e le case di accoglienza per donne in difficoltà. Effettivamente finanziata nell’ambito dell’esercizio 2007 (art. 17), la legge prevede altresì che “la copertura degli oneri relativi” venga garantita con l’approvazione del bilancio di previsione annuale e con la legge finanziaria che l’accompagna (art. 17, c. 3). Tuttavia, dal momento della sua promulgazione, le Legge 20 è stata prevista come spesa di bilancio solo sporadicamente. Essa, cioè, non è mai stata strumento strutturale e di sistema nell’azione di governo della Regione Calabria. Questo vuol dire che ogni centro e casa di accoglienza che opera nel nostro territorio nel settore della prevenzione e del contrasto alla violenza alle donne, ad oggi non è nelle condizioni di poter programmare la sua attività potendo contare sulla possibilità di accedere alle risorse economiche derivabili, appunto, dalla Legge 20. Dato il protrarsi di questa situazione di precarietà e spregio del diritto, riteniamo a questo punto nostro dovere promuovere un appello e chiedere al governo regionale che la Legge 20 venga finalmente rispettata e che per essa si preveda il ruolo di intervento regolare.
Chiediamo pertanto alle cittadine e ai cittadini e a tutte e tutti coloro che, dal Parlamento ai comuni ci rappresentano, di SOTTOSCRIVERE questo appello e RECLAMARE con noi l’applicazione di una legge la cui mancata attuazione sta aggiungendo nuove illegittimità a vecchie disparità, con danno manifesto per le donne che subiscono violenza e per l’intera comunità.
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