A partire da sabato 8 aprile, operatrici e mediatrici culturali della Reta nazionale antiviolenza D.i.Re sono impegnate nei Blue dots di UNHCR/UNICEF situati nelle zone di frontiera di Fernetti (TS) e Tarvisio (UD).
Le competenze delle esperte sono messe a disposizione delle donne e delle ragazze ucraine in arrivo in Italia per garantire loro informazioni adeguate sulla prevenzione della violenza contro le donne e il supporto offerto in situazioni di violenza sul territorio italiano, grazie all’accoglienza dei Centri antiviolenza.
I Blue Dot sono luoghi sicuri nei quali vengono date informazioni di carattere legale e di orientamento ai servizi sul territorio italiano; inoltre, viene garantito supporto in caso di situazioni di violenza di genere dalle esperte di D.i.Re.
L’associazione GOAP di Trieste – socia di D.i.Re – si occuperà di supervisionare le delegazioni sul posto e della formazione sul tema specifico della violenza maschile alle donne di tutti coloro che – a vario titolo – si occuperanno dell’accoglienza delle rifugiate ucraine.
Questa azione in questo momento così difficile della guerra in Europa, si inserisce nel più ampio progetto di collaborazione che caratterizza da anni le relazioni tra D.i.Re e UNHCR e che ha come obiettivo generale quello di facilitare l’accesso delle donne richiedenti asilo e rifugiate ai Centri Antiviolenza della Rete D.i.Re. Nello specifico, l’obiettivo concreto e immediato che si intende raggiungere è quello di rafforzare il supporto alle donne in fuga dall’Ucraina, aumentando il personale esperto in violenza contro le donne nelle zone di frontiera.
“Abbiamo tutte un sentimento di grande preoccupazione per la guerra in Ucraina e per tutte le guerre, così come per l’aumento delle spese per le armi. Accogliere le donne e le ragazze costrette ad abbandonare le proprie case, le proprie vite, ci rende attive – ancora una volta – per cercare di contrastare le minacce alle libertà di tutte e tutti, rese ancora più evidenti proprio dalla guerra” afferma Antonella Veltri, Presidente di D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza
Luisanna Porcu, psicologa ex Consigliera nazionale e operatrice con 30 anni di esperienza è stata la nostra prima operatrice sul campo e ci racconta la sua esperienza:
La guerra è il luogo e il tempo della violenza e della morte. Uccide le vite e i desideri.
Come operatrice D.i.Re. impegnata nel Blue Dot, ho cercato di capire, non ho contato, non ne ho avuto la forza.
Mi sono relazionata con le vite, i corpi delle donne e dei loro bambini che sono diventate territorio di conflitti.
Abbiamo ascoltato le loro vite interrotte dalla violenza della guerra.
Perché la violenza della guerra, oltre a uccidere le vite, uccide i sogni, le progettualità, i desideri.
E ti espone ad ulteriori violenze.
Soprattutto sui corpi e sulle vite di noi donne.
Operare in luogo di transito non è semplice.
Non sono i nostri Centri: sono autostrade, barricate da forze dell’ordine, esercito, guardia di finanza.
Il desiderio delle donne non è quello di crearsi un’altra vita, ma di tornare esattamente nella loro vita di prima. Lasciano i loro affetti, la casa, il lavoro, e non sanno cosa troveranno dopo.
Non sanno neanche cosa troveranno in Italia. Chi incontreranno.
Tutte accolgono volentieri il volantino che distribuiamo con le informazioni sui centri antiviolenza della nostra Rete, ai quali possono sempre rivolgersi. Tra i tanti volantini che ricevono, lo tengono stretto. Non è mai capitato che sia stato “dimenticato” o “scivolato” dalle mani e ritrovato da noi dopo sull’asfalto del luogo di transito.La sinergia tra le varie organizzazioni presenti è positiva e utile per dare a tutte le giuste informazioni per una vita libera dalle violenze in Italia.