“Osserviamo che il clima di urgenza che si è creato nel Paese rispetto alla violenza contro le donne ha portato alla votazione di un emendamento che consentirà di distribuire una tantum i fondi destinati alle opposizioni per le modifiche parlamentari” dichiara Antonella Veltri presidente D.i.Re – Donne in Rete conto la violenza.
Infatti, stando alle fonti di informazione, sarebbero oltre 40 i milioni destinati ai centri antiviolenza, alle case rifugio, ai centri per uomini maltrattanti, al reddito di libertà (o microcredito) e alle azioni di prevenzione.
“Pur apprezzando l’impegno delle opposizioni, non possiamo dirci soddisfatte. Mancano i presupposti per considerare questo emendamento come risolutivo” continua Veltri.
D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza evidenzia alcune criticità, prima tra tutte la non strutturalità di queste risorse. Questo significherà, ancora una volta, che le azioni dei centri antiviolenza dovranno essere programmate alla giornata, o basandosi su risorse non istituzionali, come la raccolta fondi. L’esigenza continua a essere quella compresa dalla ministra Bonetti, quando aveva reso strutturali 30 milioni all’anno di fondi destinati all’antiviolenza, seppur insufficienti.
Altro elemento critico è la distribuzione dei fondi attraverso le Regioni: è nota la frammentarietà delle modalità e dei criteri per la distribuzione dei fondi, così come le tempistiche non uniformi.
“A questo aggiungiamo che l’emendamento, seppur votato anche dalla maggioranza di governo, arriva dalle opposizioni. Non abbiamo ancora notizie circa l’impegno del governo per contrastare e prevenire questo fenomeno che, lontano dall’essere emergenziale, va sradicato da un contesto culturale che continua a renderlo non solo possibile, ma – a volte – accettato” conclude Veltri.