L’8 marzo le donne di 40 paesi del mondo hanno dichiarato uno sciopero globale dal lavoro produttivo e riproduttivo cui ha aderito anche la Women’s March di Washington. Sarà un immenso evento planetario cui parteciperanno milioni di donne.

In Italia lo sciopero è indetto da #nonunadimeno, di cui la rete D.i.Re, che raccoglie 77 Centri Antiviolenza sparsi su tutto il territorio nazionale, fa parte fin dal primo giorno. In ogni paese e in ogni città italiana ci saranno cortei, flash mob, assemblee.

Ma cosa significa per i Centri Antiviolenza fare sciopero?

I Centri Antiviolenza non sono luoghi di lavoro, non sono servizi, sono spazi autonomi di elaborazione politica femminista attivi sul territorio, volti a costruire insieme alle donne percorsi di consapevolezza e libertà.

I Centri Antiviolenza partecipano quindi allo sciopero mondiale dell’8 marzo con varie modalità, ma sempre riaffermando la natura del lavoro politico dalla parte delle donne.

Nessun Centro Antiviolenza accetterà gli inviti istituzionali e rituali dell’8 marzo. 

Tutti aderiranno allo sciopero e alla mobilitazione globale con l’obiettivo di cambiare la cultura che genera la violenza maschile.

Alcuni chiuderanno le loro sedi sospendendo le attività, proprio per significare che i Centri Antiviolenza non sono servizi assistenziali né, tantomeno, istituzionali.

Altri apriranno le loro sedi a tutte coloro che vorranno partecipare a questi laboratori di politica femminista e sostenerli.

Qualunque sia la scelta che ogni Centro Antiviolenza ha fatto in assoluta libertà, ovunque resta la possibilità di registrare un messaggio ed essere richiamate al termine dello sciopero. 

Le attiviste  dei Centri Antiviolenza manifesteranno nelle piazze con la propria identità e le proprie parole d’ordine assieme alla rete #nonunadimeno, per cambiare una cultura che si fonda sulla disparità di potere fra i generi e sul dominio maschile.

Alleghiamo tre brevi video (teaser 1, 2, 3) di 45 secondi realizzati dalla creative producer Chloé Barreau e prodotti da D.i.Re per invitare tutte le donne a unirsi allo sciopero globale e combattere la violenza maschile. Le immagini sono tratte da più di 80 film celebri e raccontano come sarebbe il mondo se le donne si fermassero, se lasciassero il lavoro di cura e quello produttivo.

 

TEASER 1

 

TEASER 2

 

TEASER 3

 

Ogni video usa come colonna sonora una versione diversa del celebre brano You don’t own me che fu interpetato per la prima volta nel 1963 da Leslie Gore a soli 17 anni. Questo brano è spesso citato come fonte di ispirazione per il movimento femminista nordamericano e, in occasione della morte di Leslie Gore, è stato definito dal New York Times “indelebilmente provocatorio”. Nel corso dei decenni questo pezzo è stato cantato da moltissime artiste per rilanciare il messaggio di libertà e autodeterminazione generazione dopo generazione, proprio come nel femminismo. 

Ringraziamo Keasound, Cristiano Lellini e Duccio Servi che hanno curato gratuitamente il mix e Sara De Simone per il suo contributo alla direzione artistica.

Il 2 marzo alle 11.30 presso la Casa Internazionale delle donne di Roma in via della Lungara 19 è indetta la conferenza stampa unitaria di #nonunadimeno nel corso della quale verranno illustrate la piattaforma unitaria dello sciopero globale delle donne e i dettagli di tutte le iniziative italiane e mondiali.